Ampolloso
Quando l'aurora dalle dita di rosa imparte i suoi colori al
giorno che nasce, sul rapidissimo dardo che per le sinuose correnti dell'Esse
falcatamente incede, grande d'aspetto e dagli occhi tondi come toro di Bisanto,
lo sguardo mio di falco rapace, quale Indo feroce che con l'inconscia zagaglia
barbara per ripido sentiero alla pugna s'induce, mirò l'uman dal collo astato,
giraffa pié veloce, e dall'elmo di feltro incoronato di una bionda treccia.
La Discordia funesta, invisa anco agli dèi, dalla bocca nefasta di odiosi
dentifrici, la Discordia venne a soffiare i miasmi suoi maligni tra la giraffa
dalla bionda treccia e un passeggere impudente, subdola prole di Tersite. Disse
l'audace figlio di giraffa: "O tu, tu non caro agli Olimpi, perché poni l'ugne
tue impudiche sulle mie alate uose?" Disse, e alla pugna si sottrasse, e sedde.
La sera ormai morente, presso la Corte candida di marmi, il giraffato pié veloce
ancora vidi, accompagnato da un sulfureo messo d'eleganze, e ad altissima voce,
che colpì l'acutissimo mio orecchio, questi vaticinò sul peplo, di cui l'audiente
s'avvolgeva: "Tu dovresti - disse quello - avvolgere ai tuoi lombi la tua toga,
un diamante aggiungendo a quella schiera, che la rinserra!"